Una richiesta ad agire in tempi rapidi per la fase successiva al lockdown resosi necessario per combattere l’epidemia da Covid-19, mettendo al centro della ricostruzione l’attuazione del Green Deal e della sostenibilità. Lo chiedono le associazioni europee che rappresentano il settore delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica in una lettera ufficiale inviata la scorsa settimana al Parlamento Europeo, alla Commissione Europea e ai Parlamenti e ai Ministri di tutti gli Stati Membri.
Fra i firmatari, anche Bioenergy Europe, associazione delle bioenergie europee, di cui AIEL è parte del Consiglio Direttivo. Secondo le 32 associazioni che hanno sottoscritto l’appello, è fondamentale mettere il Green Deal al centro dei piani europei e nazionali per la ripartenza economica al termine dell’emergenza coronavirus.
In particolare, l’appello propone di utilizzare i pacchetti di sostegno economico per accelerare gli investimenti in efficienza energetica, riscaldamento e raffrescamento rinnovabili, elettricità, mobilità, edifici a zero emissioni e nuovi processi industriali. Secondo i firmatari gli investimenti in infrastrutture a basso impatto ambientale e in soluzioni innovative rappresentano infatti la strada migliore e più redditizia per la ripresa economica a livello nazionale e sovranazionale post pandemia, preparando al contempo le basi per una transizione energetica sicura e sostenibile.
“Come rappresentanti della principale fonte rinnovabile nazionale ed europea, le biomasse legnose – spiega Annalisa Paniz, direttore affari generali e relazioni internazionali di AIEL e membro del Consiglio Direttivo di Bioenergy Europe – confidiamo che la difficile situazione senza precedenti che stiamo vivendo, che non vogliamo mettere in secondo piano, non faccia perdere di vista la sfida più importante, che rimane quella dell’emergenza climatica. I decisori politici, l’industria delle rinnovabili e le associazioni di rappresentanza – prosegue Paniz commentando l’appello – devono essere coesi e non permettere che i pilastri delle politiche Ue rivolte all’energia e al clima si indeboliscano. Ora che la Commissione europea ha lanciato la consultazione pubblica (aperta fino al 23 giugno) sul nuovo obiettivo Ue di ridurre le emissioni di CO2 del 50-55%} nel 2030, rispetto ai livelli registrati nel 1990, è fondamentale mantenere alta l’attenzione del pubblico su questo tema”.