PINO NERO
Il pino nero (Pinus nigra J.F.Arnold, 1785) è una pianta arborea tipica delle zone montuose mediterranee. Il suo areale è estremamente frammentato in quanto si tratta di una specie relitta pioniera. Portamento conico-espanso ma variabile, chioma densa. Può raggiungere i 20-25 m ma ci sono esemplari di oltre 30 m. La corteccia è di colore da rosso-marrone a grigia, con ampie fessure. Negli esemplari adulti la corteccia si presenta suddivisa in ampie placche grigie con la parte tra una placca e l’altra di colore nero. Foglie aghiformi, lunghe 8-20 cm, riunite in mazzetti di due, di colore verde scuro. Le radici del pino nero sono ben ancorate al terreno, possono raggiungere gli 8 metri di profondità. Gli strobili hanno forma ovale-conica, sono lunghi 5–15 cm e larghi 2–3 cm. Sono verdi in età giovanile e diventano giallastri dopo diciotto mesi. Contengono dei semi alati lunghi circa 6–8 mm. l’apparato radicale è strutturato in modo da poter resistere ad elevatissimi stress idrici. Le radici laterali inoltre possono essere lunghe anche 16 metri. Per questo motivo i pini resistono anche alle tempeste più forti, senza essere sradicati.
Il pino nero ha il suo habitat tipico nel Canal del Ferro e nelle sue valli laterali dove in Val Resia trova la sua migliore condizione. Qui infatti si trovano le pinete di pino nero con i migliori portamenti e caratteristiche.
Il suo utilizzo attualmente è stato rivalutato per la realizzazione di opere di sistemazione idraulica. Esso era infatti utilizzato già nei secoli scorsi per la realizzazione delle “stue” delle dighe di legname che permettevano l’accumulo di acqua per poter realizzare delle piene artificiali che trasportavano il legname dislocato a valle.